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  4. Raccontare l'economia in modo semplice

Mi chiamo Luciano Canova, insegno economia da tanti anni alla Scuola Enrico Matteidi e negli ultimi tempi la mia attività principale consiste nel provare a spiegare l’economia in modo semplice.

Sul mio profilo di TikTok ho proprio scritto: “provo a raccontare l’economia in modo comprensibile a tutti”.

È un’attività che amo e per la quale penso di avere trovato una mia voce.

È un’attività molto difficile per la quale servono, credo, due cose fondamentali: studiare in continuazione ed essere umili.

Sono i primi due consigli, per chiunque volesse cimentarsi, perché l’attività divulgativa porta inevitabilmente a fare errori. E il modo migliore di apprendere da essi è ammettere che se ne fanno e prendersene serenamente la responsabilità.

Chi divulga semplifica che, in latino, deriva da sine plica. 

Senza piega.

Insomma, un bravo divulgatore stira la camicia delle cose complicate per farla indossare a chi le ascolta senza che quest’ultimo o quest’ultima se la sentano addosso stropicciata.

Un divulgatore veste una persona curiosa in modo che si senta a suo agio dentro quell’abito.

Ed è un lavoro difficile, perché semplificare non vuol dire banalizzare.

Può sembrare ovvio ma è meglio dirlo subito: chi divulga studia e spende tanto tempo sui lavori di chi fa ricerca scientifica con rigore e metodo. 

Questo vuol dire, in economia come in altre discipline, leggere paper, studi pubblicati su riviste accreditate dalla comunità accademica, aggiornarsi sui temi di frontiera.

Senza il lavoro della scienza, il divulgatore non esiste, il tutto per dire che serve un po’ di rispetto per la complessità.

Cosa vuol dire?

Che la complessità è raramente sexy e può esaurirsi in frasi roboanti.

Al tempo dei social si rischia dì rimanere vittime del tempo tiranno e della trappola di una metafora azzeccata. E bisogna avere la serenità dì rimandare chi ascolta e vuole approfondire al di fuori delle piattaforme, sui libri o direttamente sugli studi scientifici.

Io posso acchiappare l’attenzione di chi mi ascolta in un podcast con l’esempio del costo di costruzione della Morte Nera, ma poi ho il dovere dì spiegare la dinamica del debito pubblico in modo preciso e di rimandare a fonti e manuali dì macroeconomia.

Io posso fare un video con i mattoncini in cui la Banca Centrale Europea è un gommone della guardia costiera che alleggerisce il peso dì un palombaro tenendolo a galla per trasmettere l’intuizione del quantitative easing  e del suo ruolo nel sostenere un debito pubblico troppo elevato. 

Ma le metafore e i limiti temporali della nostra attenzione sono una potenziale trappola se non abbiamo la serenità dì condividere con chi ci legge che serve studiare e approfondire.

Come divulgatore, ho imparato a capire una cosa: e cioè che bisogna sempre continuare a imparare.

A tarare il proprio linguaggio rispetto al pubblico che si ha dì fronte e ad avere le spalle larghe con chi, a volte, commenta in modo troppo aggressivo un video o un post.

Lo stile dì comunicazione e di interazione non è neutro rispetto all’effetto della divulgazione: dialogare significa riconoscere l’altro mentre blastare chi si ha di fronte è, per quanto grave o privo dì fondamento sia il commento ricevuto, sempre sbagliato.

È facile? No e io pure mi sono amaramente pentito dì alcune risposte date a commentatori di miei contenuti.

Ma chi divulga ha il dovere di prestare la massima attenzione ai dati che condivide, alle fonti utilizzate, all’educazione digitale con cui interagisce sul web con perfetti sconosciuti.

Una buona divulgazione è responsabile e gentile. Allora sì che il divertimento e il fascino dì una storia ben raccontata possono arrivare a meta. E incuriosire chi di un concetto sa poco ma vuole cominciare a capire. 

 

Nel ringraziare il prof. Canova per la sua testimonianza, proponiamo un esempio del suo lavoro di divulgatore economico:

     

 

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